Animali fantastici e dove trovarli versione scuba diving- La Bonellia viridis

Ci sono organismi marini che tutti conoscono se non perché li hanno visti facendo un’immersione sicuramente li hanno comprati al supermercato o ordinati al ristorante… poi c’è la vasta moltitudine che nessuno conosce perché piccoli, poco colorati e non di interesse commerciale.

Questa grande fetta di animali e vegetali viene quasi sempre ignorata anche dai subacquei più esperti. Ma a chi decide di interessarsi a loro  possono rivelare storie incredibili che non li faranno mai più uscire da un’immersione dicendo la triste frase “non ho visto niente”.

La Bonellia viridis

Spunta da in mezzo alle rocce come un filino verde bruno, che può essere scambiato a prima vista per un alga, che finisce a forma di t leggermente ondulata. Questa è la sola parte che generalmente si può vedere della Bonellia viridis, ed è la sua proboscide che usa per sondare il terreno e procurarsi piccoli organismi o frammenti organici che costituiscono il suo cibo. La proboscide se toccata (sempre con la dovuta delicatezza) si ritira verso il corpo piuttosto velocemente. Il corpo invece si trova all’interno di cavità tra le rocce e ha forma arrotondata.

La zona in cui  è più facile individuarla è quella in cui una parete di roccia incontra un fondo sabbioso, poiché la proboscide si allunga sulla zona piatta in cerca di cibo ed è in questo modo facilmente visibile. Personalmente le più grosse che ho mai visto si trovavano sul fondo delle Cannelle (un immersione nei pressi di Porto Azzurro) ma se ne trovano di tutte le dimensioni praticamente in ogni immersione (normalmente tra i 10 e i 100 m di profondità su substrati duri in cui trovano riparo).

Fin qui niente di strano e tutto piuttosto noioso ma adesso viene il bello…tutto quello che abbiamo descritto ora è sempre ed esclusivamente una bonellia femmina! Il maschio infatti è lungo pochi millimetri e vive prima nella proboscide e poi nei pressi degli organi genitali della femmina, parassitandola. Di solito, quando noi guide lo raccontiamo in un debreafing, a questo punto fioccano i  commenti che cambiano a seconda che il pubblico sia femminile o maschile. Generalmente gli uomini esprimono approvazione per lo stile di vita e la posizione oculata in cui il maschio di bonellia si colloca, mentre le donne affermano che non ci trovano niente di strano dato che funziona così anche per l’Homo sapiens. La B.viridis invece se ne infischia di tutte queste lotte di genere visto che maschio o femmina che sia la sua vita sarà sempre confinata in un buco raccogliendo briciole per campare.

L’altro “strano” fatto relativo a questo organismo, dalla vita alquanto sedentaria, è la modalità con cui avviene la determinazione del sesso infatti è uno dei pochi casi di determinazione fenotipica cioè dipendente da fattori ambientali. La B.viridis nasce “cherubino” (asessuato) e trascorre la prima parte della sua vita come  larva trocofora (tipo di larva di forma simile ad una trottola provvista di ciglia con le quali può fare piccoli spostamenti)  nuotando liberamente e felicemente nel mare. Tranquillamente no, perché se fortunata, rischierà moltissime volte di diventare il pranzo o la cena di qualcuno e se sfortunata terminerà la sua vita ancora asessuata nella pancia di qualcuno.

Nuota e nuota quando arriva il momento se viene risucchiata da una proboscide di femmina diventerà un maschio  altrimenti diventerà una femmina. Questo avviene perché le femmine adulte sono ricche di un pigmento verde detto bonellina che induce nelle larve la mascolinizzazione, in assenza di questa sostanza quasi tutte invece diventano femmine. Alcune larve comunque sembrano essere resistenti all'effetto della bonellina e tendono ad esprimere caratteri maschili o femminili indipendentemente dalla presenza di tale sostanza producendo degli intersessi, insomma dei veri ribelli!

La bonellina inoltre è la responsabile del colore verde intenso della B.viridis, caratteristica alquanto insolita anche per un animale marino, e causa della sua tossicità. Si…questo simpatico ed all'apparenza innocuo animaletto è in realtà velenosissimo!

Contenuta sia nella proboscide che nella cute della B.viridis, la bonellina ,è una molecola a base di clorina come la clorofilla ma non è correlata con lei (anche se all'inizio degli studi su questa molecola era stato ipotizzato che B.viridis la ricavasse a partire dalla clorofilla assunta tramite l’alimentazione).

A questo punto della storia, la B.viridis si trasforma in uno "spietato killer"…. infatti bastano concentrazioni bassisime del suo pigmento verde  per avere l’effetto tossico, inoltre questa sostanza penetra velocemente nei tessuti accelerandone l’effetto. Grazie a questo pigmento la B.viridis pur vivendo in ambienti potenzialmente ricchi di organismi incrostanti ne è completamente priva. Ma la sua “spietatezza” non si ferma qui infatti (sempre grazie alla bonellina) è capace di bloccare lo sviluppo degli embrioni di echinodermi e delle ascidie, inoltre causa la dissociazione cellulare nelle spugne. Adesso si va nello “splatter” nel vero senso della parola perché mettendola in contatto con del sangue la bonellina ne causa l’emolisi. Questo pigmento inoltre diventa molto più attivo in presenza di luce.

Quindi da ora in poi, quando vedrete spuntare quella timida proboscide da sotto un sasso, ricordatevi  che siete di fronte ad un animale dalle mille sorprese.

Per chi desidera approfondire di seguito alcuni link e le fonti da cui ho attinto per questo articolo tutte liberamente consultabili da internet. 

 

Bonellia viridis

Info accessibili tramite google book:

“Comparative Biochemistry: A Comprehensive Treatise, Volume IV: Constituents of Life — Part B focuses on the distribution, biogenesis, and metabolism of cells and organisms”, pag 587

Bioorganic Marine Chemistry, Volume 1 Springer Science & Business Media, 06 dic 2012 , pag 81 e 155

“Polychaetes & Allies: The Southern Synthesis”  Di Australian Biological Resources Study, Csiro Publishing, 2000 pag da 354 a358, da 361 a 362,368,369